Torn Apart

Oak Town, Agosto 2515

Non ci penso. Il più delle volte cerco di non pensarci. Poi arrivano le mattine come questa, in cui la testa cammina e non riesco a fissare il pensiero su qualcosa che mi distragga abbastanza. E mi chiedo che senso abbia questo Verse diviso in due. È come se una lama gigantesca avesse diviso in due il mio mondo, privandomi di tutta una parte di quello che era mio. La mia casa su New Melbourne, il mio lavoro su Richleaf, i miei amici...
Lo erano? Lo sono stati, un tempo. Ma ora? Sam, André. Erano parte della mia vita, l'aria che respiravo, il mio cielo, e ora? Sembrano passati secoli. Forse faccio parte di quello di cui volevano liberarsi, in fondo. Anche se un tempo non sembrava fosse così. È davvero meglio ora?
Spero che per loro lo sia. Per me non lo è. E non perché sia sbagliato quello che hanno fatto, ma perché tutto è sbagliato. Questo Verse è sbagliato. Un errore, un progetto riuscito male che non si riesce a rimettere a posto. Che nessuno può rimettere a posto.
E quindi andiamo avanti. Continuo giorno dopo giorno a portare avanti la mia vita senza senso. Faccio le cose che mi danno da vivere, e cerco di non pensare agli amici persi nel volgere della Storia del Verse, agli amici lontani per scelte di vita personale, a Sep che continua a odiarmi, senza riuscirci del tutto, a Edan che non riuscirà mai a staccarsi dal Core, che ancora trattiene le sue radici e probabilmente le tratterrà sempre, a Cris e Jorge, che appartengono a un mondo dove non sono bene accetta, che mi ha tagliato fuori.
Niente è per sempre. Peccato non basti saperlo per non legare il cuore a persone che probabilmente non rivedrai mai più. Ma non è troppo grave, basta chiuderlo in un posto abbastanza distante da non sentirlo gridare. Fortunatamente il più delle volte ci riesco.



Posted by Me | alle 08:53 | 0 commenti

Pyramid

New London, Aprile 2495

Indossa pantaloncini e canotta dei colori della sua squadra, i capelli corti e scuri sono come sempre al loro posto, al termine della partita che li ha portati alla vittoria del campionato femminile di Pyramid della sua scuola. Ha tra le mani il trofeo che le fa scintillare gli occhi mentre, con il sorriso sulle labbra, raggiunge i suoi genitori. "Tesoro, siete state eccezionali" Cora la accoglie, con il solito tono gaio e composto quanto l'abbraccio appena accennato che evita un eccessivo contatto con la pelle sudata della figlia. "Grandiosi, bambina, grandiosi!" più entusiasta Donald, come sempre. "Mi sembra davvero un ottimo modo per concludere la tua carriera sportiva, davvero" aggiunge Cora, radiosa. Il sorriso scivola via dal viso di Babette "Con-concludere? In che senso?" domanda con la voce smorzata, alternando lo sguardo tra i due genitori, mentre il trofeo pian piano discende, insieme alle braccia che lo sostengono. Il padre distoglie lo sguardo, andando ad accendersi il sigaro che teneva tra le mani, la madre invece cinguetta in risposta "Beh, tesoro, hai iniziato gli studi per la tua carriera di Accompagnatrice, ricordi? L'anno prossimo ti assorbiranno completamente". Quanta enfasi in quel 'completamente'. Babette resta in silenzio, annuisce abbassando gli occhi, ormai seria in viso.
Il trofeo pesa come un macigno in fondo al braccio sinistro mentre si avvia verso gli spogliatoi, per una doccia prima di tornare a casa.




Posted by Me | alle 13:59 | 0 commenti

Nothing Lasts Forever

 Xanto, 2506

Ha la testa posata sulla sua spalla, nell'incavo del braccio che la cinge, gli occhi spalancati nel buio della notte. "Hanno detto che non accetteranno, Ren. Non intendono sottomettersi alle decisioni dell'Alleanza." Ruota il viso, ma riesce solo a sfiorarne il mento, senza vederne i lineamenti. Torna nella posizione precedente, lo sguardo ancora affondato nel buio. "Già. Ti aspettavi qualcosa di diverso?" la voce maschile è morbida, carezzevole in quel mormorio notturno. Gioca con i suoi capelli davanti alla spalla che circonda tenendola stretta. Il silenzio si prolunga, tanto che lui muove appena il viso, ma non riesce a vederla. "No. Era inevitabile." Segue un altro prolungato silenzio "Ora che succederà Ren? Ci sarà la guerra... Già alcuni su New Melbourne mi guardano male" soffia un sospiro a labbra chiuse "A volte ho paura di restare sola..." Il sorriso lieve che piega le labbra di Renegade Kraviz è invisibile nel buio, ma poi posa quelle labbra sulla sua fronte in un bacio, stringendola maggiormente a sé. "Tu non sarai mai sola, piccola. Sei con me".


Niente è per sempre.



Posted by Me | alle 01:19 | 0 commenti

One Shining Firefly

Corona, Maggio 2484

"Il mio modellino è più bello". La voce della bimba rompe il silenzio, dopo che vari sguardi di sottecchi si erano succeduti per molti minuti verso il ragazzino, anche lui vestito e pettinato in modo impeccabile, che gioca a qualche passo di distanza. Entrambi giocano con dei modellini di astronavi. Il bambino la guarda, le sorride mite e non risponde, riprendendo a giocare "Me lo ha portato mio padre dalla mostra di Xinhion. Ha detto che era il più bello che c'era lì" incalza con sussiego, ancora nel silenzio del bimbo. Quello che è evidente dalle occhiate che lancia, tuttavia, è l'interesse che la divora nei confronti della Firefly che volteggia tra le mani del ragazzino. Trascorrono diversi minuti di silenzio, o relativo silenzio, visto che la musica e le chiacchiere lievi del garden party che si svolge a pochi metri di distanza fanno da sottofondo al tutto. Poi la bambina parla ancora "La mia si apre e si accendono le luci" gli occhi verdi fissi sul portellone della Firefly che il bambino sta richiudendo, dopo avervi reinserito le slitte di carico. Ancora una volta non le risponde, la guarda, sorride tranquillo, e continua a giocare. "E poi io da grande farò la pilota!" sbotta lei stizzita. In quel momento una voce composta, piuttosto dolce, chiama il bambino. Lui si volta verso la madre, annuisce, poi si alza con il modellino tra le mani. Sta per andare ma si ferma davanti alla bambina "Lo vuoi?" tendendo la Firefly fiammante. Lei gli spalanca gli occhi in viso, incapace di altra reazione che un annuire accennato, che segue i primi istanti di immobilità incredula. Tende la mano e prende la Firefly, incassando il sorriso del bambino, che inizia ad andare. Si riprende in tempo per dirgli "Tu lo vuoi il mio Southern Cross?" tendendo la manina col modellino decantato fino a qualche istante prima. Il bimbo si ferma, ma la mamma chiama ancora, allora si limita a sorridere e stringersi nelle spalle, poi si allontana, lasciando la bimba seduta in terra, a guardare entrambi i modellini che tiene tra le mani.








Posted by Me | alle 16:32 | 0 commenti

Skin to Skin

Salvation, Luglio 2515

Sono stata un'idiota, forse non dovevo. Ma è stato tutto così spontaneo, naturale. Forse il sollievo per essere scampata, forse il fatto che sotto quella scorza Shane è... E poi, per la miseria, il corpo ha le sue esigenze.
Erano mesi. E parecchi, da quando l'ho fatto da sobria l'ultima volta. E parliamo di Ren. Era terribile ogni volta, negli ultimi tempi, momenti così belli che finivo regolarmente per piangere. Ogni singola volta.
Stavolta no, niente lacrime, ci siamo divertiti. È stato un gioco, solo un gioco. Sono contenta che abbia capito. Del resto è così anche per lui, quindi... 

Forse mi faccio troppi problemi, va bene così.



Posted by Me | alle 15:17 | 0 commenti

That Edan Dartley?

Corona, Luglio 2497

Un gruppo di giovani, adolescenti, forse un paio di maggiorenni, ma la maggior parte si aggira sui diciassette anni. Babette è seduta su un dondolo laccato di bianco, lo spacco del costosissimo abito estivo mostra le lunghe gambe abbronzate, elegantemente accavallate, in una posa che la fa apparire una donna. Anche il piglio sicuro e mondano fa la sua parte, mentre risponde al ragazzo che ha appena detto la sua sulla eventuale annessione del Rim.
Ride, poi imposta un sorriso appena accennato "Non è probabile, Lee, è ormai sicura. Del resto come credi che il Core potrebbe assicurarsi i prezzi migliori? È questione di economia, è necessario. Inoltre quella gente ne ha disperatamente bisogno, ti rendi conto che non hanno nemmeno una piscina?" La risata che segue è corale, per la battuta che la ragazza, ma a quanto pare anche i suoi amici, trova estremamente divertente. Edan Dartley no, lui non ride. Lui la guarda, la osserva, in silenzio, con un sorriso abbozzato e lo sguardo attento e distante a un tempo. Sente il suo sguardo addosso ma non si volta, non gli darà quella soddisfazione.
Quel ragazzo non lo capisce. È taciturno, sfuggente. Ha un anno più di lei, ma potrebbero essere mille, per quanto poco riesce a comunicare con lui. Stesso pianeta, stesso ambiente, stesse località per la villeggiatura. Fin da bambini non erano mancate le occasioni condivise. Si parlava del più e del meno. Poco, si parlava poco. O meglio lei parlava, vivace e socialmente divertita come aveva imparato da sua madre, lui rispondeva a monosillabi, salvo che l'argomento non lo coinvolgesse in modo particolare. Ed erano pochi gli argomenti in grado di coinvolgerlo, almeno tra quelli da lei frequentemente trattati. E poi quel modo di guardare, in silenzio, al limite della maleducazione. Si sentiva costantemente sotto esame, in sua presenza, ed era una cosa che non le piaceva affatto.



Posted by Me | alle 12:44 | 0 commenti

Deported

Maracay, luglio 2515

C'è un clamore inusuale, perfino per quelle strade di Maracay. Musica altissima, un vociare continuo, scoppi, risate, perfino dei fuochi d'artificio usciti da chissà dove, anche se la maggior parte sono semplici spari. E poi cori, ballate, danze, canzoni popolari, e uno schiamazzo continuo.  E sono quasi le cinque del mattino.
Donne, uomini, vecchi, bambini e ragazzi, il quartiere sembra esploso.

Fiona è barricata nella sua stanza, nel profondo del Calavera chiuso e apparentemente addormentato. La luce è spenta. Siede rannicchiata sul letto, i piedi scalzi, ma ancora completamente vestita, le ginocchia strette tra le braccia, gli occhi spalancati fissi sulle fessure della persiana chiusa, guardando da ore il giubilo della città in festa. O meglio guardando il vicolo vuoto, dove di tanto in tanto passano gruppi vocianti ed esultanti.

Che tempismo... Fino a pochi giorni fa ero nel Core, a contrattare armi legali. E ora mi sento un topo in trappola, in attesa che vengano a prendermi per bruciarmi sulla pubblica piazza. Stronzi.

Difatti era appena arrivata, la sera prima, quando ogni mezzo audio aveva preso a riprodurre il discorso della proclamazione dell'indipendenza. Aveva fatto appena in tempo a barricarsi dentro e serrare ogni ingresso.

Chi sa di me? Doña Aleida, ma di lei mi fido. E poi? Mama Lé e suo figlio, quelli del banco di spezie qui davanti, ma non credo mi venderebbero. Altri? Qualche cliente. Si faranno i cazzi loro o verranno a cercarmi?
L'IdN Central... Fino a ieri l'IdN era una diavoleria alleata di nessun valore, ora invece fa testo l'IdN Central... Cosa gliene frega se hai vissuto fuori da Central per metà della tua vita? La metà consapevole peraltro. Se hai rischiato il culo per scarrozzare le loro truppe e i loro rifornimenti, durante la guerra... Allora non facevano tanto gli schizzinosi. Ti controllavano come fossi lì per fotterli in ogni momento, ma gli servivi e andava bene così no? Nemmeno posso andare a cercare le piastrine su New Melbourne. 

Ma nemmeno lo farei. Che si fottano. Se vogliono farmi fuori lo facessero, spero che prima o poi si guardino allo specchio e si facciano schifo, sono peggio degli Alleati. Almeno loro non hanno mai vietato a nessuno di mettere piede nei loro territori.
E come avrebbero potuto? Erano loro tutti i territori conosciuti.
Fanculo.

Dovrò trovare il modo di andarmene da qui.


Posted by Me | alle 10:42 | 0 commenti

Trust

CapCity, Luglio 2515

È tutto un incubo. Bloccata nel Core a trattare affari con gente che non cederà mai sul proprio tornaconto, mentre Cris è lì, ancora in mano loro. Vogliono curarlo, dice André. Curarlo. Dal loro fottuto piombo, devono curarlo.
È quindi questa la loro guerra? Tutti gli ideali... Sparare addosso a gente che ha rischiato il culo per trovargli le armi necessarie. Gente che si è fidata. Fidata di chi? Di un gruppo di ladri, bastardi, figli di puttana, che dicono di voler difendere il Verse dagli oppressori e sparano addosso ai fratelli per qualche cassa di armi che non hanno le palle di andarsi a procurare da soli. Fottuti vigliacchi.E così se ne va ancora un pezzo do fiducia che ero riuscita a riporre in qualcosa, in qualcuno. Idiota.

Posted by Me | alle 13:57 | 0 commenti

A Long Long Night

Maracay, Luglio 2515

Si muove appena, nel buio della stanza spartana dove dorme quando è lì a Maracay, al Calavera. Non riesce ancora a prendere sonno. In lontananza, ovattata, la musica di Maracay, quella che non smetterà per gran parte della notte, scivola nel silenzio della stanza, attraverso la finestra aperta. Le braccia dell'uomo la circondano, il suo respiro regolare le sfiora la spalla scoperta dalla canotta che indossa. Si è addormentato. Dopo averla cullata a lungo con le sue carezze, con le sue parole, con quella lingua melodiosa e per lei oscura che è la lingua di Richleaf, si è addormentato, mentre lei resta tesa, vigile, con gli occhi spalancati nel buio, in cui filtra solo una lama di luce ambrata dalla finestra che dà su una delle vie secondarie di San Cristobàl.

Dove saranno? Maledizione dovevano già aver fatto sapere qualcosa, a quest'ora.

Si muove appena, attenta a non svegliarlo, le gambe sfiorano le sue, le lascia lì, almeno fin quando non torna a raggomitolarsi su sé stessa, circondando però quelle braccia che la circondano. Ne accarezza la pelle con la guancia. Ha un odore diverso. Non quello di Ren, che ancora sente come fosse il proprio, se si distrae al punto di pensarci, non quello familiare e carezzevole di André, che pur non ha più sfiorato ormai da molti, molti mesi. È tuttavia un odore gradevole, che respira, impara, memorizza. Ma ancora non riesce a chiudere gli occhi.

Che ore saranno ormai? L'una e mezzo? Le due? Fuck. Stanton lo sapeva che avrebbe dovuto avvisarmi. Qualcosa è andato storto, me lo sento.


L'uomo alle sue spalle si muove appena, poi si gira nel sonno, sciogliendo l'abbraccio nel portarsi supino. Lei resta rannicchiata per un momento, poi lentamente si sposta, torna a cercare il calore della sua pelle, gli si raggomitola addosso. La mano del braccio che ancora la cinge la cerca istintivamente, carezzandole il fianco per un istante, prima di ricadere inerme nel sonno. Dapprima ne guarda il profilo scuro, che si staglia contro la poca luce che filtra dalla finestra. Shane. Gli è grata per essere lì, per non essersene andato. Per aver capito e non averle chiesto nulla. Gli occhi ancora spalancati nel buio si chiudono stretti, mentre posa la fronte contro il suo costato. Ecco uno di quei momenti in cui se sapesse pregare lo farebbe. Ma non sa farlo, non ne è capace. Niente è per sempre. Solo questo le rimbomba nella testa. Niente è per sempre.

Non si accorge nemmeno, qualche minuto dopo, di scivolare in un sonno buio e senza sogni, sottile quanto basta per spezzarsi se il pad dovesse suonare, prima che torni il giorno.



Posted by Me | alle 01:35 | 0 commenti

Cortex & Friends



From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Hi bro, come te la passi?

 
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Woh!!!!
credevo che ti fossi persa il mio numero, hermosa.
Direi bene, tutto a gonfie vele. Voi? siete in partenza per il velo?


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Non ancora, abbiamo qualche cosina da organizzare ancora. E stiamo cercando di rimpolpare l'organico. Tu? Hai già messo su pancia, seduto alla tua scrivania corer?

 
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Vorrai scherzare!
Se mettessi su pancia poi non mi troveresti più così irresistibilmente sexy. E' un motivo più che sufficiente per mantenermi tonico.


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Vero, come non pensarci?
Novità? Niente da raccontare?

  
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Ho saputo che archie si è messo in aspettativa, io ho la mezza idea di migrare al ranch, mi maledirò con ogni fibra del mio corpo, ma ci crederesti che mi sta sul cazzo horyzon?


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Aspettativa Arch? Parli di Cris magari?
Ossia vorresti farti assumere al ranch? E a fare cosa? Mungere vacche?

Ma ti stavamo proprio così tanto sul cazzo?

Shane se me ne dici un'altra simile inizio a farmi domande, ed è una cosa che detesto e che mi fa diventare insopportabile. Che tu ci creda o no, NON mi hai MAI vista insopportabile.

Quando mi vorrai dire la verità del perché te ne sei andato farai sempre in tempo.

  
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Intendevo archie dalla blue sun.
Non mi stavate e non mi state sul cazzo, ho solo bisogno di provare emozioni nuove, la verità è questa, anche se si...c'è qualcosa che non ti sto dicendo, ma te lo sto nascondendo solo per proteggerti...so che sembra una stronzata, ma...sai cos'è la negazione plausibile?..


Besos


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Ah no, non sapevo di Arch.

E comunque sono sempre stata convinta che la miglior protezione la dà la conoscenza. Una persona adulta e capace sa difendersi meglio da quello che sa e conosce, che da quello che non conosce.
Poi se non mi reputi adulta e capace...

Ma poi, di che cazzo stiamo parlando?!

E non salutarmi come se volessi chiudere la conversazione.

  
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

No...hermosa, ma so che non sei capace di mentire, il che , di per se, potrebbe esporti a prescindere dal tuo essere adulta.

E poi non ti sto salutando, mi limito a darti dei baci. Da fastidio?


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Incapace di mentire? Io?!  ...

Non mi piace farlo, ma se necessario ovvio che non vado a spifferare ai quattro venti cose che non si devono sapere in giro.

In ogni caso fai come ti pare. Poi eri tu quello che si lamentava della poca confidenza...

Comunque no, non mi danno fastidio, solo li preferisco dal vivo, e non quando sono incazzata.

  
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Perchè sei incazzata???

Dios mio hermosita, quando diavolo ti adoro. Ascolta tienitelo per te, ma in sostanza sono il pilota di Black...


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

! cazzo.

Ma perché accidenti hai deciso di fare una cosa così stupida?!

Ossia, anche io dovevo fare un lavoro per lui tempo fa, ma non diventare il "suo pilota"!

Quell'uomo è un idiota, ti caccerà nei guai.

 
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Probabile...hermosita, probabile.
Ma sono loco e non mi fanno schifo delle botte di adrenalina ogni tanto.
La ripetitività mi stava facendo appassire. Io mi sono fidato di te...Hermosa, non mi deludere...vale? 


From: Kraviz
To: Shane
Subject: Hey

Shane. Comunque è sempre una cosa buona avere contatti dove conta. E Black è uno che in qualche modo in questo Verse conta.
Secondo me dovresti informarne anche gli altri, Arch, Cris. Ricordi che abbiamo un archivio per queste cose, in bacheca hidden...

In ogni caso non fare cazzate se ci riesci, che tanto ne fa Black per tutti.

E stai lontano da sua sorella. È una bella ragazza, ma non vale la pelle.

E poi basta, mi sono stufata di farti da mammina, vedi di pararti il culo.
Vado va, che ho da fare. Ci sentiamo presto.

Besos.

 
From: Shane
To: Kraviz
Subject: Hey

Mi piace quando mi fai da mammina non smettere mai.

Besos hermosita




Posted by Me | alle 01:22 | 0 commenti

Compassion

Hall Point, Giugno 2515

Stasera al porto mi sono comportata come un'idiota. Non so proprio cosa mi sia preso, era... Non lo so. Non c'era più niente. Solo quel tipo con lo squarcio sulla testa. E non so per quale motivo... Non lo so, non so spiegarlo. Di solito non me ne frega un accidente di quello che succede alla gente. Se si fanno sparare se lo sono cercato, se si fanno male potevano stare attenti. Ma... questa persona aveva una tale aria spaurita... Era più simile a un animale. O a un bambino. Uno di quelli che non parlano ancora, prima che si possano guastare insomma.
Era pietà, credo. Non è uno di quei sentimenti a cui sono abituata.
Mi ha fatto pena. E mi chiedo se davvero abbia subito un intervento, o se piuttosto quel segno indichi qualcosa di ben più efferato. Non so perché mi viene in mente Len. Forse per lei ho provato qualcosa di simile. Una bambina chiusa nel suo mondo di calcoli e schematismi. Sola. In balia di un Verse in grado di strapparle il cervello con le unghie, se fosse "necessario".
Ma come cazzo si fa a mettere un uomo di due metri in relazione con uno scricciolo come quello?!
Sto proprio perdendo il senno. Diventerò una rammollita che si commuove quando vede un filo d'erba.
Eppure perfino la Head, quella bastarda, è sembrata toccata da quel tipo con la cicatrice.
Forse non sono completamente idiota.
O forse sì.

Posted by Me | alle 01:41 | 0 commenti

Tailspin

 Maracay, Giugno 2515


Ho detto a Sam che io non penso, che mi rifiuto di farlo. Gli ho mentito. O meglio, è quello che faccio di solito, ma questa cosa proprio non riesco a togliermela dalla testa. Un vertice di ministri rimmer, qui a Maracay.
La gente qui continua a parlarne in modo leggero, tra musica e risate, come fanno sempre. Del resto come dovrebbero parlarne ragazzini e donne di mezza età che passano i loro giorni sotto il sole tra i banchi del Cruzero?
Come ho già detto a Sam non capisco una parola di quello che dicono, ma non è difficile capire che non si fanno domande, che per loro è una curiosità, li fa sentire importanti. Quella gente di spicco ha scelto proprio il loro pianeta, per incontrarsi, ne ridono. Orgogliosi, anche. Gli uomini mi sembrano più tesi del solito, invece, anche se basta una tequila, un rhum, e il sorriso immortale, quel sorriso che ho visto solo sul viso dei Leafer, torna come se non se ne fosse mai andato.
Non lo so. Continuo a pensarci. Che vuol dire. È come guardare una frase scritta in un alfabeto sconosciuto. Sai che è fondamentale, ma il significato ti sfugge. Questa cosa ce l'ha un significato. Un significato importante. Potrebbe cambiare la vita a ogni singola persona in questo Verse che non viva nelle gabbie di cristallo dei palazzi del Core. A quelli niente cambierà mai davvero la vita, se non loro stessi.
Ma tutti gli altri...
Stanton pensa che potrebbero voler dichiarare l'indipendenza del Rim.
Tianxiaode se vorrei vederlo, quel momento...
Vorrei essere in un angolo per vedere tutte le loro facce, di quei fottuti bastardi padroni dell'universo. Che effetto fa sentirsi dire di no, eh? Abituati a ottenere tutto. Sempre. Con le buone o le cattive. Spesso con quel sorriso vuoto sulle labbra.
E le cattive ricomincerebbero, non ne ho alcun dubbio.
Ma stavolta forse il numero di quelli convinti che abbiano ragione potrebbe scendere, una buona volta.


Maledizione... Frequentare gente come Hale mi sta dando al cervello.
Non hanno la minima speranza. Ora come allora. Sarebbe un massacro, tale e quale.
Ma forse è qualcosa destinata a durare in eterno, la spina nel fianco, un supplizio che non uccide, ma impedisce di lavarsi le coscienze dal sangue versato.
Ecco, altre cazzate. Quella gente nemmeno ce l'ha una coscienza, non l'ha mai avuta.

Sarà meglio che faccia come ho detto e chiuda tutta questa merda fuori, dove non mi sia impossibile andare a rovistare, quanto meno fino a quando non sarà il momento di pensarci. Quando ci sarà qualcosa di concreto su cui pensare, almeno.



Posted by Me | alle 01:31 | 0 commenti

Adrift

Greenfield, giugno 2515

Passano così i giorni, i mesi, gli anni. E le cose si sgretolano, come sempre. André non si è fatto più sentire, non ha nemmeno risposto al mio ultimo cortex, Sam ha risposto invece, per rimproverarmi di aver parlato degli affari suoi. Nemmeno avessi messo manifesti in giro... Tre parole, esclusivamente ad André. Tre parole sulla Momic. Due persone in tutto il Verse con cui mi confiderei. Una parla con l'altra, fine dei giochi. Ora una probabilmente non vuole più sentirmi, l'altra anche, considerato che non mi ha mai risposto.

Anche i Ravens sembrano sgretolarsi, un pezzetto alla volta. Prima André, poi Maya, ora Shane, Isabel sparita. E Cris che lascia il comando a Stanton, perché lui ha da fare su Maracay...
E come al solito devo riprogrammare la rotta, reinserire tutte le coordinate, che vanno regolarmente a puttane, in questa continua tempesta magnetica che è la mia vita.
E in tutto questo chi cazzo sono io e che cosa voglio ancora non l'ho capito, e probabilmente non lo capirò mai. Viaggio sempre in modalità provvisoria, impostando uno o più punti di riferimento e aggrappandomi a quelli, fin quando reggono, fin quando non sono costretta a trovarne altri perché non mi ritrovo più niente tra le mani. E quell'attimo orribile in cui sei alla deriva, e di tutto quello in cui hai creduto non è rimasto più niente.

Avanti Kraviz. Ne troverai altri. Lo hai sempre fatto.



Posted by Me | alle 01:39 | 0 commenti

Innocent Blood

New Washington, Settembre 2499

"Randall..." la voce chiama, impostata, il tono che si dedica ai propri sottoposti, con una vena noncurante, mentre le dita dalle unghie laccate corrono sui tasti impostando una rotta che man mano viene visualizzata anche sugli altri monitor della plancia del Southern Cross paterno. È una rotta diversa da quella concordata, cosa di cui l'uomo, esperto pilota, si sta rapidamente rendendo conto.
"Come vedi..." ruota la poltrona e lo fronteggia, con quel sorriso sicuro di sé, fin troppo sicuro per una ragazza di nemmeno 20 anni "Non andiamo a Tanpei, ma a Seven Falls. Degli amici ci aspettano lì"
"Miss Willington, suo padre verificherà il percorso nella memoria della strumentazione, lo fa sempre"
"Ho pensato anche a questo, uno dei nostri amici è in grado di modificarlo" continua a sorridere, mentre si alza.
"Non posso permetterlo, Miss. Andremo a Tanpei"
È un lampo di cupa indignazione quello che scurisce gli occhi verdi, delineati dal trucco abbondante ma mai eccessivo.
"Cosa hai detto?"
"Ho detto che non posso permetterlo. Sono incaricato di seguirla per garantire la sua sicurezza, Miss, e Seven Falls non è un luogo adeguato a tre signorine della vostra estrazione, specie in compagnia di persone sconosciute e all'insaputa dei vostri genitori"
"Tu sei incaricato di garantire la mia sicurezza in volo, Randall. Quello che faccio altrove sono solo affari miei, e non devi immischiarti" termina dura, malgrado il tono mellifluo e l'accennato sorriso con cui aveva iniziato.
"Io sono incaricato di garantire la sua sicurezza a tutti i livelli, Miss. E in ogni caso non mentirei a suo padre"
Il viso della ragazza ha un'impercettibile contrazione, quasi fiutasse l'impossibilità di convincere quell'uomo, al servizio della sua famiglia da prima della sua venuta al mondo.
Torna a un sorriso lieve, solleva il mento, e attinge alle capacità che sta acquisendo pian piano. Sono ormai due anni che studia per entrare alla Shouye e l'arte della seduzione rientra tra le materie d'insegnamento.
"Sei... Sicuro che non ci sia niente che io possa fare, per convincerti?" la voce è cambiata, è ora vellutata, suadente ma senza eccessi, una carezza di una lascivia tangibile quanto ineffabile, mentre gli occhi cercano brecce nei suoi. L'uomo serra i denti e distoglie lo sguardo, che si incupisce.
"La smetta Miss" lo dice a voce bassa, mentre lei si va avvicinando lentamente.
"Sembri così teso... Lavori troppo probabilmente. Magari un bel massaggio..." si avvicina ancora, lui inizia a percepire il suo profumo e la guarda ora negli occhi, mostrandole tutta la sua determinazione e tutte le sue debolezze, suo malgrado.
"Su. Rilassati" l'uomo sta indietreggiando, senza nemmeno rendersene conto, quando vede la sua mano sollevarsi e andargli a sfiorare il viso, il collo. È del tutto inaspettata per lei la morsa che repentina va a serrarle il polso "Le ho detto di smetterla!".
Sono due braci gli occhi che si ritrova nei suoi mentre il pilota le ringhia quelle parole. Per la prima volta ha davanti l'uomo, non il dipendente paterno. Il suo sguardo ha un guizzo, dapprima di sorpresa e smarrimento, ma è solo un istante, quello che sale è rabbia e disprezzo, e allo sguardo di acciaio incandescente ne oppone uno di gelida ossidiana, che si tinge di trionfo, il sorriso piega lentamente le labbra, quando lo vede impallidire al suono della stoffa che si lacera. Un abito da centinaia di dollari strappato senza esitazione, la carne giovane esposta. L'uomo non fa in tempo a lasciare incredulo il suo braccio come se scottasse, che lei ha dato inizio alla sua esibizione.

Le grida e il pianto disperato che segue richiamano immediatamente nella plancia le due amiche della ragazza e i pochi membri dell'equipaggio che stavano caricando i bagagli, la scena appare eloquente, l'uomo è ancora sotto shock, balbetta qualche difesa, Babette è tremante e stravolta. Fa in tempo ad azzerare le rotte impostate, in un attimo in cui nessuno la guarda, prima di scendere dalla nave.

Il giorno dopo Randall Grady viene licenziato e denunciato per tentata violenza.

==========================================

Novembre 2499
[Holonews]

Ed è morto oggi suicida il quarantaduenne Randall Grady. Si era appena concluso il processo che vedeva la sua condanna per aggressione e tentata violenza ai danni della giovane Babette Willington, figlia di Donald Willington e con un futuro di Accompagnatrice nella Shouye di New London. È bastato un attimo di distrazione della guardia che lo scortava. Grady è riuscito a sfilargli l'arma dalla fondina, tenere a bada i presenti, e infine fare fuoco su sé stesso. Miss Willington, presente al processo, ha avuto un malore ed è stata condotta via da un'eliambulanza. L'uomo, che si è sempre professato innocente, lascia moglie e tre figli.

===========================================

Fu l'ultima occasione in cui Babette Willington fu in grado di mentire in modo convincente.

Posted by Me | alle 11:42 | 0 commenti