Cortex & Friends
Posted by Me | alle 01:22 | 0 commenti
Hall Point, Giugno 2515
Stasera al porto mi sono comportata come un'idiota. Non so proprio cosa mi sia preso, era... Non lo so. Non c'era più niente. Solo quel tipo con lo squarcio sulla testa. E non so per quale motivo... Non lo so, non so spiegarlo. Di solito non me ne frega un accidente di quello che succede alla gente. Se si fanno sparare se lo sono cercato, se si fanno male potevano stare attenti. Ma... questa persona aveva una tale aria spaurita... Era più simile a un animale. O a un bambino. Uno di quelli che non parlano ancora, prima che si possano guastare insomma.
Era pietà, credo. Non è uno di quei sentimenti a cui sono abituata.
Mi ha fatto pena. E mi chiedo se davvero abbia subito un intervento, o se piuttosto quel segno indichi qualcosa di ben più efferato. Non so perché mi viene in mente Len. Forse per lei ho provato qualcosa di simile. Una bambina chiusa nel suo mondo di calcoli e schematismi. Sola. In balia di un Verse in grado di strapparle il cervello con le unghie, se fosse "necessario".
Ma come cazzo si fa a mettere un uomo di due metri in relazione con uno scricciolo come quello?!
Sto proprio perdendo il senno. Diventerò una rammollita che si commuove quando vede un filo d'erba.
Eppure perfino la Head, quella bastarda, è sembrata toccata da quel tipo con la cicatrice.
Forse non sono completamente idiota.
O forse sì.
Posted by Me | alle 01:41 | 0 commenti
Maracay, Giugno 2515
Ho detto a Sam che io non penso, che mi rifiuto di farlo. Gli ho mentito. O meglio, è quello che faccio di solito, ma questa cosa proprio non riesco a togliermela dalla testa. Un vertice di ministri rimmer, qui a Maracay.
La gente qui continua a parlarne in modo leggero, tra musica e risate, come fanno sempre. Del resto come dovrebbero parlarne ragazzini e donne di mezza età che passano i loro giorni sotto il sole tra i banchi del Cruzero?
Come ho già detto a Sam non capisco una parola di quello che dicono, ma non è difficile capire che non si fanno domande, che per loro è una curiosità, li fa sentire importanti. Quella gente di spicco ha scelto proprio il loro pianeta, per incontrarsi, ne ridono. Orgogliosi, anche. Gli uomini mi sembrano più tesi del solito, invece, anche se basta una tequila, un rhum, e il sorriso immortale, quel sorriso che ho visto solo sul viso dei Leafer, torna come se non se ne fosse mai andato.
Non lo so. Continuo a pensarci. Che vuol dire. È come guardare una frase scritta in un alfabeto sconosciuto. Sai che è fondamentale, ma il significato ti sfugge. Questa cosa ce l'ha un significato. Un significato importante. Potrebbe cambiare la vita a ogni singola persona in questo Verse che non viva nelle gabbie di cristallo dei palazzi del Core. A quelli niente cambierà mai davvero la vita, se non loro stessi.
Ma tutti gli altri...
Stanton pensa che potrebbero voler dichiarare l'indipendenza del Rim.
Tianxiaode se vorrei vederlo, quel momento...
Vorrei essere in un angolo per vedere tutte le loro facce, di quei fottuti bastardi padroni dell'universo. Che effetto fa sentirsi dire di no, eh? Abituati a ottenere tutto. Sempre. Con le buone o le cattive. Spesso con quel sorriso vuoto sulle labbra.
E le cattive ricomincerebbero, non ne ho alcun dubbio.
Ma stavolta forse il numero di quelli convinti che abbiano ragione potrebbe scendere, una buona volta.
Maledizione... Frequentare gente come Hale mi sta dando al cervello.
Non hanno la minima speranza. Ora come allora. Sarebbe un massacro, tale e quale.
Ma forse è qualcosa destinata a durare in eterno, la spina nel fianco, un supplizio che non uccide, ma impedisce di lavarsi le coscienze dal sangue versato.
Ecco, altre cazzate. Quella gente nemmeno ce l'ha una coscienza, non l'ha mai avuta.
Sarà meglio che faccia come ho detto e chiuda tutta questa merda fuori, dove non mi sia impossibile andare a rovistare, quanto meno fino a quando non sarà il momento di pensarci. Quando ci sarà qualcosa di concreto su cui pensare, almeno.
Posted by Me | alle 01:31 | 0 commenti
Greenfield, giugno 2515
Passano così i giorni, i mesi, gli anni. E le cose si sgretolano, come sempre. André non si è fatto più sentire, non ha nemmeno risposto al mio ultimo cortex, Sam ha risposto invece, per rimproverarmi di aver parlato degli affari suoi. Nemmeno avessi messo manifesti in giro... Tre parole, esclusivamente ad André. Tre parole sulla Momic. Due persone in tutto il Verse con cui mi confiderei. Una parla con l'altra, fine dei giochi. Ora una probabilmente non vuole più sentirmi, l'altra anche, considerato che non mi ha mai risposto.
Anche i Ravens sembrano sgretolarsi, un pezzetto alla volta. Prima André, poi Maya, ora Shane, Isabel sparita. E Cris che lascia il comando a Stanton, perché lui ha da fare su Maracay...
E come al solito devo riprogrammare la rotta, reinserire tutte le coordinate, che vanno regolarmente a puttane, in questa continua tempesta magnetica che è la mia vita.
E in tutto questo chi cazzo sono io e che cosa voglio ancora non l'ho capito, e probabilmente non lo capirò mai. Viaggio sempre in modalità provvisoria, impostando uno o più punti di riferimento e aggrappandomi a quelli, fin quando reggono, fin quando non sono costretta a trovarne altri perché non mi ritrovo più niente tra le mani. E quell'attimo orribile in cui sei alla deriva, e di tutto quello in cui hai creduto non è rimasto più niente.
Avanti Kraviz. Ne troverai altri. Lo hai sempre fatto.
Posted by Me | alle 01:39 | 0 commenti
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