Dust
New Melbourne, Maggio 2515
La porta cigola piano, mentre la luce di Polaris disegna una lama allungata sul pavimento rossiccio di mattoni irregolari. Si ferma sulla soglia. Non è la prima volta che torna, da quando se n'è andata, ma non si è mai soffermata in casa. Le due volte precedenti è sempre andata diretta nello studio di Ren, per prendere i quadri da vendere e andarsene, senza neanche guardarsi intorno. Stavolta invece deve, e le sembra di non riuscire a respirare spontaneamente.
Quel poco di sabbia sottile filtrato sotto la porta la sente sotto i piedi mentre entra lentamente, quasi quelle pareti potessero stringerlesi addosso e soffocarla, all'improviso. Sono pareti di calce imbiancata, pochi mobili poveri, colorati, coperti da uno strato consistente di polvere immobile. La stessa polvere che danza davanti ai coni di luce che filtrano dai rombi intagliati negli scuri. Raggiunge la finestra, la apre, spalanca le persiane. È tutto in perfetto ordine. La polvere che ricopre ogni superficie sembra un velo steso a preservare ogni cosa invariata. C'è un divano, un tavolo, dei quadri alle pareti; alcuni sono degli originali, di amici di Ren, altri delle copie perfette di autori importanti, poche persone nel Verse sarebbero in grado di identificarli come dei falsi. Pochi soprammobili. Un portacenere scheggiato, un vaso da fiori in ceramica verde, vuoto, una foto incorniciata, l'unica presente in tutta casa, che vede lei e Ren sulla spiaggia, felici. Per il resto nulla che parli di loro, a parte i rispettivi vestiti, ancora ordinatamente appesi nell'armadio dalle ante colorate che occupa tutta la parete della camera da letto. Anche lì gli scuri sono chiusi e solo due fasci di luce filtrano dalle decorazioni intagliate. Il letto, semplice, è accuratamente rifatto. Non apre la finestra, non fa entrare luce, esce richiudendo la porta e se ne va. Harvey la sta aspettando da qualche parte.
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